Atletico Cagliari

Atletico Cagliari: storia semplice di un calcio di quartiere

Nel cuore del quartiere Sant’Avendrace, nel 1963, alcuni residenti fondarono una piccola squadra per dare ai ragazzi del posto un campo, una maglia, un motivo per stare insieme. Così nacque l’Atletico Cagliari. Nessuna ambizione professionistica, solo la volontà di usare il calcio come strumento sociale e aggregativo.

Il campo si trova ancora oggi vicino al parco di Monte Claro. È semplice, con tribune che possono ospitare circa 800 persone. Ma per chi gioca e per chi assiste, quello è più di un impianto: è casa.

Il momento più alto: la Serie C2

Negli anni '90 la squadra cresce lentamente. La svolta arriva nel 1996: promozione in Serie C2. È la prima volta nella storia del club che si entra nel professionismo. Per cinque stagioni l’Atletico gioca tra i pro, con un totale di 142 partite ufficiali.

Nel 1998 arriva il miglior risultato: settimo posto in classifica e 42 gol realizzati. Un traguardo storico, raggiunto con un gruppo giovane e una guida tecnica locale. L’avventura termina nel 2001, quando problemi economici costringono la società a rinunciare alla Serie D. Si riparte con umiltà dai campionati dilettantistici.

Una squadra dilettante con radici forti

Nel 2025 l’Atletico milita in Prima Categoria sarda. La stagione si conclude con un dignitoso sesto posto. La squadra è formata da 23 giocatori dilettanti, con un’età media di 23 anni. Molti studiano o lavorano. Si allenano la sera, tre volte a settimana. L’allenatore è in possesso di licenza UEFA B, affiancato da quattro collaboratori volontari.

Statistiche stagione 2024–2025:

Voce Dato
Partite giocate 26
Vittorie 13
Gol fatti 49
Gol subiti 38
Posizione finale 6° posto

I risultati non sono straordinari, ma la squadra gioca con spirito, rispetto e coesione. Non è solo un gruppo sportivo, è una comunità.

Le risorse economiche: un bilancio semplice ma stabile

L’Atletico Cagliari gestisce un bilancio essenziale, ma sostenibile. Le risorse vengono da tre fonti principali:

Fonte Importo (€)
Quote associative 18.000
Sponsorizzazioni locali 12.000
Contributi pubblici giovanili 8.000

Non esistono stipendi: tutto è basato sul volontariato. Le spese principali riguardano affitto del campo, attrezzature, iscrizioni e trasferte brevi. Il bilancio 2024–2025 è stato chiuso in pareggio.

Il vivaio: costruire futuro con pochi mezzi

La vera forza del club è il settore giovanile. Circa 90 ragazzi, divisi in tre categorie (scuola calcio, giovanissimi, allievi), si allenano sullo stesso campo della prima squadra. I tecnici sono formati, molti ex giocatori del club. Le famiglie collaborano attivamente.

Ogni anno vengono organizzati due tornei giovanili con squadre cittadine. È un modo per dare spazio, minuti e visibilità ai più giovani. I bambini imparano i fondamentali, ma soprattutto crescono in un ambiente sano e familiare.

L’impatto sul quartiere: più di una squadra

L’Atletico non cerca titoli. Il suo valore non si misura in trofei, ma in continuità. In un quartiere che cambia, dove i punti di riferimento sono pochi, il club è rimasto. È un presidio educativo, uno spazio di relazione.

Ex calciatori diventano dirigenti, genitori accompagnano le squadre, allenatori insegnano più con l’esempio che con le parole. La maglia rossoblù non ha sponsor internazionali, ma ha storie, ricordi e volti conosciuti.

L’identità del club si costruisce ogni giorno, senza clamore. La domenica, a Monte Claro, c’è chi segue l’Atletico da quarant’anni. E c’è chi gioca per la prima volta. Sono generazioni diverse, unite dallo stesso campo.

Per scoprire un’altra storia di calcio di quartiere e amicizia, visita ASD Quartu 2000: una storia di calcio e amicizia a Quartu .

Comunicazione e rinnovamento digitale

Nel 2025 il sito ufficiale è in fase di aggiornamento. Il club è presente su Facebook e Instagram, dove racconta con semplicità le partite, i risultati del vivaio e le iniziative sociali. Non c’è una strategia di marketing, ma un rapporto diretto con la comunità.

L’obiettivo nei prossimi anni è potenziare la comunicazione, aprire una newsletter e coinvolgere ex giocatori nel racconto del club. Il linguaggio resta autentico, come il resto dell’esperienza Atletico.

Conclusione

Sessant’anni dopo la sua nascita, l’Atletico Cagliari resta fedele alla propria idea di calcio. Un’idea fatta di territorio, formazione e partecipazione. In un mondo sportivo spesso dominato da numeri e visibilità, questo piccolo club continua a esistere, a resistere e a formare persone.

Nel 2025 non è tra le squadre più forti, ma è tra le più vere. E forse è proprio questo il risultato più importante.

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